L’isola delle rose e Redonda: due micronazioni a confronto
La vera storia dell’Isola delle rose
L’incredibile storia dell’Isola delle Rose è un film appena uscito su Netflix, per la regia di Sydney Sibilia. Il film narra la storia di Giorgio Rosa, ingegnere bolognese eccentrico e idealista che, spinto ai margini da un mondo che non lo accetta, decide di fondare – e costruire con le sue mani – un paese indipendente tutto suo. La storia è vera: Giorgio Rosa è esistito e nel 1968 ha davvero costruito un’isola davanti alle coste di Rimini, affrontando una serie di vicissitudini per poterla rendere legale agli occhi del mondo, purtroppo senza riuscirci. L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, però, non è l’unica storia. E non è nemmeno la più incredibile. Esiste un libro che elenca paesi simili a questo: Atlante dei Paesi che non esistono. Alla scoperta di 50 nazioni che non hanno confini. Qui si racconta di Nazioni nate da un’idea di indipendenza legata al territorio, o relativa a una pura utopia, senza nessun legame con la geografia. Ci sono paesi che hanno francobolli e bandiere, ma non un pezzo di terra cui fare riferimento. La micronazione chiamata Elgaland-Vargaland, ad esempio, è un progetto di arte concettuale, senza nessun legame col territorio. C’è Ryukyu, nota come isola di Okinawa, regno che una volta era indipendente e che adesso vorrebbe la secessione dal Giappone e l’Azawad, una Repubblica del Sahara che è stata indipendente per meno di un anno. Ma tra queste isole particolari ce n’è una, Redonda, che è la più letteraria di tutte.Redonda, stato indipendente della letteratura
Redonda è una piccola isola disabitata nell’arcipelago delle Antille, scoperta da Cristoforo Colombo, ma non occupata per via della sua geografia aspra e inaccogliente. Nel XIX secolo fu annessa alla Gran Bretagna per motivi economici, dato che lì vi si poteva raccogliere il guano, che serviva come combustibile. Matthew Dowdy Shiell, un banchiere della vicina isola di Montserrat comprò l’isola nel 1865, anno di nascita del suo primo figlio, Matthew Phipps Shiell. Gli fu concesso di diventare re, a patto che non vi fossero rivolte verso il dominio coloniale britannico. Matthew Phipps Shiell divenne uno scrittore di fantascienza e da lì parte la storia diversa che caratterizza Redonda rispetto a tutte le altre nazioni che non esistono. Alla morte dello scrittore, infatti, avvenuta nel 1947, i diritti delle sue opere e il regno di Redonda furono ceduti ad un altro scrittore, John Gawsworth. Questi, visto che la vita di scrittore, come si sa, non è sempre così gratificante dal punto di vista economico, sembra abbia venduto il titolo in diverse occasioni. Nel 1970 il suo editore, Jon Wynne-Tyson, ricevette i diritti delle opere sia di Gawsworth che di Shiell. Il titolo di re è passato di mano in mano, attraverso questa linea che fa capo alla letteratura più che al ceto sociale, fino ad arrivare allo scrittore spagnolo Javier Marías Franco. Marías ha fondato una piccola casa editrice con il nome di “Reino de Redonda” ed ha organizzato un premio letterario con questo nome. Inoltre ha concesso titoli nobiliari a diversi personaggi tra i quali Francis Ford Coppola, Pedro Almodóvar, Pietro Citati, Alice Munro, Umberto Eco.Chiedi a Marías
Due anni fa al Salone Internazionale del Libro di Torino, dopo la presentazione di “Berta Isla” avvicinai l’assistente di Marías per chiederle se potevo avere un contatto per parlare, appunto, dell’isola. Avevo questo compito per una cosa che stavamo scrivendo, alcuni miei colleghi ed io. La ragazza in questione rimase sorpresa che chiedessi di contattarla per l’isola, e non per un’intervista sul libro e mi chiese cosa volessi esattamente, ma non seppi dirglielo. Cosa potevo volere esattamente? Sapere se Marías va lì in vacanza coi suoi amici scrittori? Sapere cosa si prova ad essere re di un’isola che in qualche modo ti appartiene, che è sempre lì, deserta, ad aspettarti? O se lì aleggia uno spirito della letteratura al quale qualcuno ha saputo attingere? Related posts