Sentirsi a casa. Un tentativo.
Dopo anni di spostamenti ho capito che oramai la mia casa sarà a Milano per un bel po’ di tempo.
Ho passato anni a cercare di capire come mettere ordine nei miei spostamenti tra le due città che mi appartengono e tra le due case che riconosco: Napoli e Milano. Spendo ancora molte delle mie energie nel tentativo di capire come fare per non sentirmi sempre in mezzo e mai completamente a casa sia nella mia città natale che nella mia patria acquisita. Ho maturato così una vita disordinata: libri ai quali sono legata che stanno ‘giù’, amici, sensazioni che non riesco e non posso dimenticare alle quali ogni tanto ritorno. Spostamenti fisici che non sono mai sufficienti a colmare dei vuoti, oggetti nuovi e sconosciuti che invece mi fanno stare bene. Case con mobili spaiati (ne ho abitate almeno 12 negli ultimi 9 anni). Piante che non sembrano mie che sono rigogliose, altre che si seccano, mobili che non mi appartengono. Cose.
Imparare a essere familiare.
Ho imparato però che il rosmarino è una pianta fortissima. Ho imparato a cucinare il ragù, la genovese, a dormire poco. Devo imparare molte altre cose.
Ho sempre desiderato scrivere delle stanze, delle esperienze – più o meno tangibili – di una che vive una esistenza disordinata. Vorrei disegnare un percorso per diventare una persona più ordinata. Perché di donne perfette ce ne sono già moltissime. Ma per una che non riesce a seguire una sola regola, un consiglio, che quando qualcuno le dice di fare una cosa sistematicamente non la fa, ma che se qualcuno le racconta una storia allora cerca di imitare il personaggio che le piace di quella storia, per una come me c’è solo l’esercizio.
Può essere utile scrivere di tanto in tanto dei tentativi di migliorare la vita rendendo quello che le sta intorno un po’ più familiare.